Letture di Paolo Nori, 11.2-14.4.2016
LETTURE DI PAOLO NORI
dall’11 febbraio al 14 aprile, h. 19.00, ingresso gratuito
giovedì 11 febbraio
Repertorio dei matti della città di Roma
giovedì 18 febbraio
Repertorio dei matti della città di Bologna (I parte)
http://www.paolonori.it/bologna-uno/
giovedì 25 febbraio
Repertorio dei matti della città di Bologna (II parte)
http://www.paolonori.it/bologna-due/
giovedì 3 marzo
Repertorio dei matti della città di Milano
http://www.ilpost.it/paolonori/2016/03/04/repertorio-dei-matti-della-citta-di-milano/
giovedì 10 marzo
Repertorio dei matti della città di Torino
http://www.ilpost.it/paolonori/2016/03/11/repertorio-dei-matti-della-citta-di-torino/
giovedì 31 marzo
Repertorio dei matti della città di Roma
giovedì 7 aprile
Repertorio dei matti della città di Cagliari
http://www.ilpost.it/paolonori/2016/04/08/repertorio-dei-matti-della-citta-di-cagliari/
giovedì 14 aprile
Repertorio dei matti della città di Parma
http://www.ilpost.it/paolonori/2016/04/15/repertorio-dei-matti-della-citta-di-parma/
«Qualche mese fa ero a Genova a fare un seminario di letteratura, a me a Genova, non so perché, la gente, mi sembrano tutti un po’ squinternati, e ai ragazzi che facevano il seminario, quando ho letto dei pezzi dal Repertorio dei pazzi della città di Palermo, di Roberto Alajmo, ho chiesto ai ragazzi che facevano il seminario Ma perché non fate il Repertorio dei pazzi della città di Genova? E dopo, il giorno dopo son tornato a Bologna, a guardarmi intorno a Bologna ho pensato che anche a Bologna, c’era pieno di squinternati e mi sono chiesto Ma perché non facciamo il Repertorio dei pazzi della città di Bologna? E ho immaginato che si sarebbe potuto fare un corso di scrittura, non so come dire, senza sentimento, perché il repertorio dei pazzi mi sembra vada scritto come l’ha scritto Alajmo, come se non intervenissero i sentimenti, con il tono degli elenchi di Perec (il Mi ricordo, o Alcune delle cose che dovrei pur fare prima di morire, o, addirittura, il Tentativo d’inventario degli alimenti liquidi e solidi che ho ingurgitato durante l’anno millenovecentosettantaquattro). Bisognerebbe, ho pensato, raccogliere una quindicina di persone (massimo venti), per due fine settimana, sei ore al giorno, 24 ore in tutto di un corso dove si ragioni di queste scritture prive di sentimento, se così si può dire (penso alle cronache medievali, in particolare alla Cronaca di Fra Salimbene, a Il diario intimo di Sally Mara di Raymond Queneau, a La coda di Vladimir Sorokin, a I remember di Joe Brainard e alle sue varie riscritture, da quella di Perec, Je me souviens, a quella, italiana, di Matteo B. Bianchi, Mi ricordo), paragonandole anche alle scritture sentimentali (mi vengono in mente i testamenti di Essendo capace di intendere e di volere del notaio De Matteis, Vite sbobinate, di Alfredo Gianolio, La banda dei sospiri, di Gianni Celati, o, anche, le Lettere di condannati a morte della resistenza italiana). E durante questi due fine settimana, e tra i due fine settimana e subito dopo i due fine settimana i partecipanti si documenterebbero, nei bar, nelle biblioteche, sui posti di lavoro, per reperire il materiale da trasformare poi, sul modello del libro di Alajmo, nel repertorio dei pazzi della città in cui sono.
A me piace il fatto che questo corso, pur assicurando la pubblicazione (si fa una specie di libro collettivo) toglie di mezzo la questione della personalità degli esordienti che è una questione, a volte, complicata, e mi sembra anche bello il fatto che si farebbero dei libri che sarebbero dei piccoli libri di storie, minime, laterali, ma, forse, memorabili, delle città in cui viviamo e che i partecipanti per un po’ sarebbero trasformati, mi viene da dire, in cronisti medievali della contemporaneità» (Paolo Nori).
Paolo Nori, che è nato a Parma nel 1963, abita a Casalecchio di Reno e scrive dei libri.