Ti piacciono le foto che fai? / Previsioni

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Previsioni 

Il progetto Previsioni si sviluppa attraverso due assi:
– un’indagine documentaristico-artistica partecipata – che vede protagonistə un gruppo di giovani adultə tra i 20 e i 35 anni che frequentano le strade del quartiere universitario – sul tema dell’auto immaginazione di se stessə da qui a 20 anni, soprattutto in riferimento alla relazione tra desideri e aspirazioni individuali e contesto sociale e lavorativo > Che fai tra vent’anni?
– un laboratorio di creazione immagini dedicato a un gruppo di adolescenti provenienti dalle scuole superiori bolognesi che lavorano sull’analisi e lo sviluppo dei propri gusti e dei propri immaginari coinvolti nello scatto e nell’utilizzo delle fotografie

Ti piacciono le foto che fai?
direzione artistica di Fiorenza Menni
con la guida di Stefano Questorio
con la cura di Marica Marenna
con Matilda Nowakowski, Marco Ippolito, Ksenia Vasylik, Elia Marangon, Maddalena Costa, Sophia Fabris, Santo Mari, Anna Maria Ceccariello

Partendo dalla constatazione dell’ampio utilizzo che le nuove generazioni fanno delle immagini tramite gli smartphone, oramai dotati di ottimi dispositivi fotografici, conoscendo il tempo che da soli o in gruppo dedicano all’osservazione delle migliaia di immagini prodotte da loro stessi o dal gruppo di riferimento per presentarsi, o per fissare istanti e condividerli, o per dialogare (perché scambiarsi istantanee è anche una forma di dialogo) il progetto si concentra sui momenti di riflessione che quest’ importante utilizzo delle fotocamere, sempre a portata di mano, genera.

Prima di essere postata una foto viene guardata e valutata, a volte solo per qualche istante, a volte più a lungo per aggiustare, mettere filtri o sistemare il colore. Generalmente sono immagini conformate a uno stile, sono migliaia e migliaia di immagini simili, raramente si discostano da uno stilema, ma certamente in alcuni momenti il fascino della creatività si manifesta a diversi livelli. Quasi sempre non c’è nessuna relazione con la storia della fotografia, o con la fotografia professionistica, non c’è consapevolezza o relazione con i grandi fotografi, l’impegno a mettere in armonia gusto, creatività ed efficacia è certamente limitato, ma c’è.  I soggetti e i contenuti di questi scatti sono strettamente correlati agli accadimenti intimi degli adolescenti o a quelli di gruppo, servono a fissare istanti della propria vita. Sono immagini che nel giro di poco possono essere cestinate o sono destinate a scomparire dopo 24 ore, ma qualche decina si conquista il posto negli archivi.

Ateliersi ha immaginato un percorso che partendo da questi dati della realtà possa ribaltarne alcuni usi e alcune interpretazioni. Un percorso dove si vuole fare incontrare la pratica fotografica delle giovanissime generazioni con l’esperienza di un fotografo professionista, un fotografo artista. Il senso di quest’incontro si sviluppa attraverso un confronto paritario: non c’è tra il gruppo di lavoro e chi conduce un rapporto didattico, ma di scambio, dalle parole delle partecipanti e dei partecipanti sulle proprie foto scaturisce il confronto, a chi conduce è richiesto di reagire agli stimoli condividendo a sua volta immagini, connessioni con foto e teorie, dati tecnici e approfondimenti relativi della storia della fotografia. Questo tipo di scambio, che non vuole addomesticare le grammatiche estemporanee, ma al contrario persegue l’ipotesi di preservarne ed esaltarne le caratteristiche, è la base per le azioni pratiche collettive: l’uscire per fotografare gli eventi culturali del polo artistico culturale attorno all’Atelier Sì (Angelica, Làbas, Arena Orfeonica), la creazione di un wall per la condivisione e l’analisi degli scatti, la scelta e la condivisione di alcune immagini sul profilo instagram di Ateliersi e – come risultato finale – la creazione di una bacheca che verrà esposta in via San Vitale e che ospiterà a rotazione alcuni scatti dei partecipanti.

Galleria fotografica

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Progetto sviluppato da Ateliersi per il Comune di Bologna all’interno del PON METRO 14 – 20 finanziato dal FSE nell’ambito della risposta dell’Unione alla pandemia di COVID-19.