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De facto è un’opera poetica elettronica che elabora i materiali relativi alla strage di Ustica in una composizione che va oltre l’episodio storico per decifrare i segnali del nostro presente.

Nello spettacolo, il linguaggio giuridico della sentenza-ordinanza con cui il Giudice Rosario Priore nel 1999 determina che Ustica fu “propriamente un atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata” entra in relazione – attraverso il lavoro dei performer – con un live set di musica elettronica e un apparato visuale che ci riporta al 1980, agli albori degli home computer per costruire un evento rivolto ad un pubblico interessato alle arti performative, alla produzione musicale contemporanea e a porsi in relazione con gli ultimi quarant’anni di storia italiana.

Il linguaggio giuridico assume in De Facto un interesse particolare proprio per la sua caratteristica specifica che lo contraddistingue rispetto ad altri codici: in campo giuridico la lingua infatti non è solamente uno strumento per esporre, argomentare e descrivere, ma è un elemento costitutivo del diritto. Un reato è tale solo se lo instaura la legge, che è un prodotto linguistico. In ambito processuale, un fatto della realtà extralinguistica ha bisogno, per divenire di pertinenza del diritto, di essere narrato. Altrimenti non esiste.

Sulla scena di De Facto gli elementi si giustappongono nella loro nettezza creando un campo di forze instabile, una bolla sul punto di scoppiare, il pubblico viene avvolto dalla tessitura musicale, lo sguardo  percorre alti pali che si slanciano verso il cielo, mentre le immagini video rimandano a quelle interfacce ludiche che nei primi anni 80 hanno caratterizzato la diffusione massiva delle tecnologie informatiche. I sintetizzatori dell’epoca producono una musica di frammentazione, deviazione e collisione; i suoni iconici vengono polverizzati nella partitura in gesti musicali isolati e irrelati. Alle parole di Priore vengono sottratti i dati specifici e gli elementi di contingenza, e immediatamente ci sembra che si rivolgano all’intera comunità, si facciano stile affondando le radici in una qualità morale condivisa. La violenza del fatto, la sofferenza, la tenacia di chi combatte per la verità, la vicenda tra umani, le indagini funzionali si fanno conquista della conoscenza, impresa umana e opera letteraria. Intanto di lato, seminascosti in un intrico di segni, altri uomini agiscono e pronunciano, la realtà grottesca si sviluppa e l’intera scena viene percorsa da inquiete volute di fumi colorati. La musica continua e il canto riprende.

credits

di e con Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi
e con Francesca Pizzo
musiche composte ed eseguite da Caterina Barbieri
immagini video di Giovanni Brunetto
cura del suono: Vincenzo Scorza
caschi di: Laura Pizzirani
comunicazione e promozione: Tihana Maravic e Federica Patti
organizzazione e amministrazione: Elisa Marchese
direzione tecnica: Giovanni Brunetto e Vincenzo Scorza
immagine e grafica: Diego Segatto
produzione: Ateliersi
in collaborazione con l’Associazione Parenti delle vittime della strage di Ustica
debutto 27 giugno 2016 
al Giardino della Memoria a Bologna in occasione del XXXVI anniversario della Strage di Ustica
nell’ambito di bè bolognaestate 2016, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di
Bologna
Ateliersi ringrazia Daria Bonfietti • Andrea Benetti • Rosario, Susanna e Giulia Priore • Amelia Frascaroli • Fabrizio Colarieti • Eugenia Delbue

La sentenza-ordinanza depositata dal Giudice Rosario Priore è consultabile nella sua interezza sul sito www.stragi80.it

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ph: Luca Del Pia

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