Ci siamo accampati nel bosco la mattina presto e ne siamo usciti di notte. Ci sono venuti a trovare due volte. Gruppi di persone che percorrevano a piedi il tunnel di rami, scorgendo la mia figura da lontano e avvicinandosi pian piano mentre ascoltavano la voce di un bambino che leggeva titoli di libri. Fuori è molto caldo, lo si capisce, ma qui sotto questi grandi alberi si sta bene. Per due volte l’atmosfera si è addensata in un ascolto attento e generoso. Sto bene qui, attorno alle immagini che creiamo insieme. Quando dalle casse sono usciti i versi degli uccellini registrati da Fiorenza in montagna, le cornacchie sono impazzite: hanno iniziato a gracchiare tutte insieme attorno a noi, sulle nostre teste, tra i cespugli. Un’accensione collettiva che si è placata solo quando il cinguettio ha lasciato il posto all’elettronica. Starei ancora un po’ qui, ad aspettare altre persone e ad ascoltare altri animali.