Bologna in Lettere @ Sì, 21.5.16
sabato 21 maggio, h. 21.00, ingresso gratuito
RISCRIZIONI DI MONDO
a cura di Andrea Inglese e Gianluca Codeghini
nell’ambito del Festival Bologna in Lettere 2016
Riscrivere il suono e archiviare la parola. Una performance sul tragitto tra scrittura e voce.
Inglese e Codeghini hanno montato un dispositivo di riscrittura poetica, a partire da tre brani descrittivi di tre scrittori “scienziati” francesi attivi tra Ottocento e primo Novecento: Audubon, un ornitologo, Reclus, un geografo, e Fabre, un entomologo. Questi tre brani sono stati liberamente riscritti da quattro poeti francofoni (uno belga e tre francesi: Vincent Tholomé, Frédéric Forte, Liliane Giraudon e Suzanne Doppelt) e a loro volta queste riscritture sono state riscritte da altrettanti autori italiani (Alessandra Cava, Renata Morresi, Andrea Raos, Vincenzo Ostuni). In questo itinerario di parola, ogni autore ha registrato la lettura del proprio contributo e l’insieme di queste voci è stato organizzato in una composizione per djset e azione poetica, da Gianluca Codeghini e Andrea Inglese.
Questo dispositivo è parte di un progetto aperto, collettivo e internazionale, che si è dotato di un archivio sul web: http://www.descrizionedelmondo.it/
Bio Inglese & Codeghini
Andrea Inglese (1967) vive a Parigi. È uno scrittore. È stato docente di filosofia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ha pubblicato uno studio di teoria del romanzo L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo (2003) e la raccolta di saggi La confusione è ancella della menzogna per l’editore digitale Quintadicopertina (2012). Ha scritto saggi di teoria e critica letteraria, due libri di prose e sette libri di poesia, l’ultimo dei quali, Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, è apparso in edizione italiana (Italic Pequod, 2013) e francese (NOUS, 2013). È in uscita a giugno 2016 per Ponte alle Grazie il suo primo romanzo, Parigi è un desiderio. Ha curato l’antologia del poeta francese Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008 (Metauro, 2009). È uno dei membri fondatori del blog letterario Nazioneindiana. È nel comitato di redazione di “alfabeta2”. Scrive, di tanto in tanto, per le pagine culturali del “Manifesto”. È il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini
Gianluca Codeghini è nato a Milano nel 1968 dove vive e lavora. Diplomato in Pittura all’Accademia di Brera, Milano. Frequenta i corsi di Musica Elettronica alla Scuola Civica di Musica di Milano. Le sue prime esperienze musicali risalgono agli anni ‘80 con progetti per rigenerare e archiviare il rumore, a queste affianca delle azioni e improvvisazioni teatrali di strada che nei primi anni ‘90 diventano performance e installazioni in gallerie, ambiti urbani e virtuali. Nel 1992 fonda laciecamateria edizioni con cui firma le proprie pubblicazioni. Alcune linee teoriche del suo lavoro vertono su tematiche come il rumore, la polvere, il gioco, la cecità, l’intervallo e il sottofondo. Molteplici le sue collaborazioni in ambito artistico, musicale, letterario e scientifico. Nel 2005 con A. Andrighetto, D. bellini e E. Grazioli dà forma alla piattaforma Warburghiana. Nel 2008 organizza Poe.mi festival di poesia di ricerca con A. Broggi e G. Bortolotti e dal 2015 collabora con Andrea Inglese al progetto Descrizione del Mondo. Fin dai suoi primi progetti come Conservare fuori dalla portata (‘92), La patologia del benessere (‘96) e come nelle più recenti Crudeltà inaudite (’07), Pezzetti e bocconi (’09), A slow movement between my fingers (’12) o Everything begins and ends on the tips of the fingers(’13), Gianluca Codeghini innesca concetti e processi in cui la relazione con e tra il pubblico diventa fondamentale per produrre cortocircuiti, tensioni e provocazioni discrete.
A seguire
ELECTRIC SELF – ANTHOLOGY
di Alessandro Amaducci
nell’ambito del Festival Bologna in Lettere 2016
Il titolo di questa antologia provvisoria di video indica la volontà di entrare in maniera diretta dentro una sorta di inconscio elettronico, di caverna di ombre contaminate dalle nuove tecnologie, dove vivono o riemergono fantasmi di immagini, forme archetipiche, ma anche “insospettabili” cliché del mondo di Internet, personaggi stereotipati, modelli, figure che galleggiano nel mare della Rete e che noi cerchiamo e scarichiamo sul nostro computer senza sapere il più delle volte il perché.
L’ingresso nel mondo dell’inconscio elettronico è un viaggio oscuro, denso di ferite, dove si incontrano personaggi femminili, corpi che incarnano in qualche modo alcuni temi che ossessivamente si rincorrono, come la vita, la morte, il desiderio, il voyeurismo, la trasformazione del mondo in spettacolo, e l’inossidabile potenza fascinatoria della forma umana, del corpo inteso come luogo esoterico, come spazio simbolico. Entrare nell’inconscio elettronico significa anche ri-scoprire la propria ombra infantile, quel momento in cui la dimensione della morte e della vita sono confuse, e con le quali si può giocare anche in maniera crudele, in cui la bellezza e la mostruosità possono convivere, dove la paura è necessaria perché foriera di emozioni.
Post Rebis
Video, computer grafica, musica: Alessandro Amaducci
Presenza: Eurinome
In una landa desolata qualcuno o qualcosa sta costruendo un nuovo Rebis fatto di carne e tecnologia.
I am your database
Video, computer grafica, musica: Alessandro Amaducci
Presenza: Freaky Bones
Abbiamo una vita sola. Nel videogioco dell’esistenza inizia la battaglia finale, e il vincitore è già designato. Database di vita, database di morte.
In the cave
Video, computer grafica, musica: Alessandro Amaducci
Presenza: Eurinome
I computer sognano? Certamente lo fanno. Viviamo in una caverna piena di tecnologia, e siamo circondati dalle ombre dei moni che creiamo: ma ora anche la tecnologia è in grado di creare mondi, di cambiare l’aspetto del mondo, di offrire un punto di vista del mondo. Vogliamo essere guardati dalla tecnologia, vogliamo guardare dentro la tecnologia. Così cosa succede quando il nostro immaginario collide con il sistema di immagini della tecnologia? Una sovraesposizione di modelli e archetipi ma anche qualcosa di nuovo: l’unione fra scienza e sogno, naturale e artificiale, e di tensioni presenti e future.
Bio Amaducci
Alessandro Amaducci (Torino, 1967), laureato in Storia e Critica del Cinema con una tesi dal titolo Videoarte: problemi di teoria e di linguaggio. Dal 1998 al 1992 collabora presso il Centro Arti Visive Archimede di Torino, realizzando corsi di analisi dell’immagine, di teoria del montaggio, di pratica del video, e di storia e teoria della videoarte, oltre a curare attività didattiche di approccio al video in scuole elementari e medie e per portatori di handicap. Dal 1991 al 1998 collabora presso l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza di Torino, diretto da Paolo Gobetti. Fra il 1994 e il 1999 insegna Produzione di Audiovisivi all’interno del corso di Computer Grafica presso l’Istituto Europeo del Design di Milano, nonché in numerosi corsi di formazione professionale a Torino. Fra il 1995 e il 1997 ha collaborato presso il Teatro Juvarra di Torino alla realizzazione di tre corsi di formazione professionale sulla scenografia elettronica e sul videoteatro. Attualmente insegna come ricercatore presso il DAMS di Torino. Ha pubblicato una serie di libri sul rapporto fra le arti e le nuove tecnologie. Dal 1989 realizza video sperimentali, video di danza, videoinstallazioni e documentari, oltre a videoclip musicali, acquisendo esperienza di operatore e montatore video specializzato in postproduzione digitale. La sua produzione attualmente si è spostata anche sul fronte live, realizzando spettacoli video dal vivo e videoscenografie per spettacoli di teatro e danza. http://www.alessandroamaducci.net/