SCHEGGIA SU SCHEGGIA 2025-2026
Non c’è terra su questa terra
da quando il tempo attorno a me
si è frammentato in scheggia su scheggia.
– Mahmoud Darwish
Quanto valgono le nostre vite, i nostri desideri, le nostre speranze? E quanto valgono
quelle delle altre persone? Proviamo a dare corpo alle risposte nel momento in cui
disegniamo nuovi mesi di intensa programmazione all’Atelier Sì, mentre sempre più
governi intorno a noi da una parte si corazzano cristallizzando violenze, amnesie e
prevaricazioni in barriere che sembrano inscalfibili e dall’altra irrompono nei percorsi di vita
annientando i corpi e i progetti con tonnellate di armi e un’infinità di leggi ingiuste. “È
necessario un poeta che nel caos cerchi un uccello per scalfire la superficie del marmo”
scriveva, già molti anni prima del genocidio in corso, il poeta palestinese Mahmoud
Darwish. Sentiamo la necessità di scalfire, frammentare, scheggiare questo assetto
marmoreo, cimiteriale. Ci sono necessarie le crepe, le scalfitture, le schegge. Atti di
creazione che rispondono al sibilare mortifero dei proiettili e dei decreti aprendo spiragli,
conficcandosi nella realtà, facendo nascere ambienti di pensiero in cui riunirsi attorno al
valore della nostra umanità e delle nostre azioni. Al valore dei nostri corpi e delle nostre
aspirazioni. È necessaria la creatura senza storia né identità di Daemon; sono necessari i
quaderni di A.L.D.E. che fanno della poesia l’unica realtà; ci è necessario entrare nella
stanza della tragedia di Ave Medea, percorrere le rovine di una notte a venire con Non una
voce, condividere l’immaginazione dei nuovi futuri descritti in We did it! e le utopie di una
terra propizia evocate in Matrice; ci è necessario vivere a due dita da terra come
l’Armande di Carla Lonzi e saper riconoscere – come in Oh, spirito! – le figure che
emergono dall’oscurità dei tempi presenti. Ci è necessario accompagnarci ad altri stranieri
nelle residenze che accogliamo, nei percorsi di formazione e nelle progettualità che
ospitiamo. Ci è necessario trovarci all’Atelier Sì per generare pratiche e pensieri vitali tra i
frammenti acuminati di un tempo esploso.
A questo link gli approfondimenti sul programma