GIULIA ANGRISANI e MATTIA PETULLÀ / Terra in vista (cinema) @LE CONGIUNZIONI AVVERSATIVE Opening Sì 2024/25, 28.09.2024

Posted by D1gh3z_1975 in ARTICOLI HOMEPAGE, Programma 2024/25

sabato 28 settembre, alle 18.00
nell’ambito di LE CONGIUNZIONI AVVERSATIVE Opening Sì 2024/25

GIULIA ANGRISANI e MATTIA PETULLÀ / Terra in vista
film documentario (Belgio, 2022)

Cosa resta quando si ha il coraggio, o l’imprudenza, di rinunciare a una vita preconfezionata, scandita dal tempo che passa? Sisko, Armelle, Cécilia e Gibbo fanno del lavoro precario nell’agricoltura intensiva un modo per sopravvivere nelle rovine del capitalismo e dell’inquietudine, un motore che li spinge a cercare un nuovo modo di stare al mondo, una terra in vista.

Guarda il trailer > https://vimeo.com/709023413

Note d’intenzione degli autori

L’indeterminazione, o l’imprevedibile natura del tempo, ha qualcosa di spaventoso, ma pensare con la precarietà fa sì che l’indeterminazione renda la vita possibile.
Anna Tsing – Le champignon de la fin du monde

All’origine di questo progetto c’è il desiderio di raccontare la vita di persone che troppo facilmente vengono definite outsiders o marginali e che rifiutano di adattarsi a ciò che di solito viene descritto come “civiltà”.
Sisco, Cecilia, Gibbo e Armelle lavorano come stagionalз nomadi nei vigneti o per altri raccolti. Questo lavoro precario permette loro di sfuggire alla routine di un’esistenza preconfezionata.
Cercano altrove la loro intima ragione di essere nel mondo.
 Non aderiscono a nessun antagonismo o ideologia alternative a quella dominante.
La tensione, il desiderio e lo sforzo per rispondere soltanto ai propri princìpi, valgono per loro infinitamente più di qualsiasi compiacimento o applauso. Non sono lì per essere “vincitorз”.
Lontanз da i soliti punti di rifermento, all’interno della loro coesistenza temporanea – che può sembrare quella vissuta in seguito ad una catastrofe – qualcosa diventa chiaro: il sentimento d’inquietudine che li ha spintз a partire, ad abbandonare tutto, non è per niente sparito.
Ed è accogliendolo e condividendolo, tra “compagnз di avventura”, che ne abbiamo visto l’importanza ai fini del progetto. Fare della precarietà del reale e dell’impermanenza delle cose, il materiale stesso del nostro film.
Crediamo che un cambiamento di alcuni paradigmi sia necessario nella nostra società, in particolare quello che riguarda come stare con gli altri. Crediamo nel dolore, nel tumulto, nell’insicurezza, nella debolezza. Non sono sentimenti da evitare. La crisi va accolta, vissuta.

Il modo ideale per fare cinema? Partire con una equipe di persone che hanno gli stessi bisogni, le stesse aspirazioni e arrivare a fare una creazione così forte da superare la realtà
P.P. Pasolini – Il Caos

LA VITA SACRA DELLA MOSCHE di Martin Errichiello (testo critico)

È come un walzer: dal tedesco, letteralmente strisciare. In realtà, accettare la gravità e soffrirla, disegnare un perimetro e sfondarlo, calcare l’arco segreto delle pause, inciampare, riprovare. Un senso di andamento perpetuo abita i corpi creativi e inquieti dei quattro protagonisti del film: in coro o solitari, piccoli, goffi, solidissimi, questi con ingenuità e volontà (quel misterioso e saggio politeismo praticato dai bambini) riesumano l’intimo enigma delle stagioni, lo subiscono, lo incalzano. Si alzano col sole per impararne il linguaggio, preparano vecchi suoli a nuove lune: curandoli, forse, si curano. Poi si ritirano, attendono, raccolgono, conservano. Anche e soprattutto quei detriti che le ultime onde del giorno trascinano con sé nel più plumbeo del più insensato dei giorni.

Terra in Vista è un film che è sempre esistito, esiste con gli uomini e le donne che fanno loro la libertà di vivere, di unirsi, e dunque di sbagliare. E’ un’opera orizzontale, che solo nel titolo, però, pare annunciare la sua avventurosa, massima ambizione… Ma: un’altra collina, un’altra vallata, un’autostrada da guadare. L’orizzonte, appunto, non si vede mai. Sarebbe la fine del viaggio e questo film, come il miglior cinema quando vuole, non ammette soluzioni gerarchiche o catartiche conciliazioni. Le uniche a cui deve inevitabilmente piegarsi ne costituiscono l’ossatura, la sua “fallibile” drammaturgia: la natura – il codice di sincera nudità che questa emette – è il vero “campo” filmico e meta-filmico in controluce, in cui sembrano baluginare piccoli istanti d’Amore – di pura Amicizia e lacerante Noia – sollevati dall’ingombro della “performance”, della maschera ideologica, della prestazione a tutti i costi, offerta al pubblico pagante. Nulla delle nature di quest’ “isola” ci viene venduto, nulla ci riserva raffinata meraviglia, ipotizza derive romantiche né strozzati appelli all’anarchia primitivista: i registi ed i loro amici stanno camminando, fanno una sosta, si guardano intorno. Sono lì per capire e ci riscalda abbracciarli dentro questa coraggiosa onestà – sempre a un passo dalla meccanica indifferente di disperate indecisioni ed iperboliche attese.

In questo senso, il materiale più denso non ci è dato vederlo, avviene fuori quel campo. La terra in vista, si può dire, procede nel suo disvelamento attraverso un cammino di cecità condivise. Le vite precedenti di Sisco, Armelle, Gibbo e Ceci infatti riaffiorano sommessamente in forma di piccole confessioni, amare o poetiche. Le accezioni comuni di stabilità, appartenenza, professione, identità, relazione, tempo, famiglia diventano in questo film feticci da dissimulare, concetti da fluidificare in elementi tangibili e musica per i pori. A quale scopo? C’è uno scopo? Ogni desiderio – di scomparsa? rinascita? contemplazione? ascesi? fuga? studio? sfida? tutte e nessuna di queste cose – è qui mediato da una vaga ma sempre rivoluzionaria certezza, che nell’arco del film sembra accrescere in noi, violenta e dolce: quella voglia profonda e semplice di accertare la vita nelle cose che abbiamo, che già abbiamo.

Come a dire, anche la vita delle mosche è sacra.

Crediti

Immagine e suono: Giulia Angrisani e Mattia Petullà
Montaggio: Giulia Angrisani e Mattia Petullà
Supervision editoriale:  Rudi Maerten
Montaggio missaggio del suono: Jean-Noël Boisse
Colorist: Maxime Tellier
Supporto tecnico: Frédéric Leroy
Promozione e distribuzione: Philippe Cotte, Alice Riou, Florence Peeraer
Produttore associato: Cyril Bibas
Produzione: Michel Steyaert (Centre Video de Bruxelles – CVB)
Coproduzione: CBA – Brussels Audiovisual Centre / GSARA Cinema Workshop  Bodien (Gsara)
Produttori Associati: Javier Packer-Comyn (CBA), Olivier Burlet e Stefanie

Il CVB beneficia del sostegno della Federazione Vallonia-Bruxelles e dei francofoni Bruxelles

INFO & BIGLIETTERIA Opening

Terra in vista 7€ / We did it! 12€ /
Biglietto unico Opening 15€: Terra in vista (28/09) + We did it! (28/09 o 29/09)

I biglietti possono essere acquistati su vivaticket oppure presso la biglietteria dell’Atelier Sì il 28 settembre dalle ore 17.30 e il 29 settembre dalle ore 19.00.
Gli spettacoli avranno luogo negli spazi del Sì e nell’Arena Orfeonica di Broccaindosso.
L’entrata è da Atelier Sì, via San Vitale 69 – Bologna.

09 Set 2024