GIOVANNI ONORATO / Asterione @Artists in ResidenSì 2025

GIOVANNI ONORATO / Asterione @Artists in ResidenSì 2025

Posted by T1h4Na_1976 in RESIDENZE 2025

Durante la residenza al Sì – svoltasi tra marzo, settembre e ottobre 2025 – Giovanni Onorato ha lavorato al progetto Asterione. 

Il progetto è una riscrittura scenica del mito del Minotauro. Una sorta di musical sgangherato in cui le parole dei personaggi sono sempre intrecciate a canzoni già esistenti. Il Minotauro ha una voce modificata dal vivo, ogni suo monologo è un’improvvisazione musicale fra la voce di Giovanni Onorato e gli effetti di Andrea Veneri. Questi cambiano di continuo e si muovono nello spazio, fra quattro diffusori: la voce è il labirinto. I riferimenti principali sono I re di Cortàzar, La casa di Asterione di Borges e Teseo di André Gide. In entrambe le versioni sudamericane del mito il Minotauro è un poeta, un filosofo, una figura liminale che dal suo labirinto immagina le vite degli altri, riflette, si annoia. Claudio Molinari e Susanna Re interpreteranno Teseo ed Arianna, anche le loro performance saranno costruite come una tessitura musicale. Le scene diurne, fuori dal labirinto, avranno un tono più brillante, chiaro, il cui naturalismo metterà in evidenza la “stonatura” del protagonista.

ideazione e direzione Giovanni Onorato

drammaturgia ed interpretazione Claudio Molinari, 
Giovanni Onorato, Susanna Re

sound design Andrea Veneri

luce Francesco Tasselli

occhio esterno Noemi Piva

La residenza artistica di Giovanni Onorato è stata accompagnata dallo sguardo di Noemi Piva. 

Durante la residenza, sabato 4 ottobre 2025 in occasione dell’Opening del Sì 2025/25 SCHEGGIA SU SCHEGGIA, Giovanni Onorato ha presentato al pubblico A.L.D.E. non ho mai voluto essere qui.

Note di regia

Il mito del Minotauro non mi ha mai convinto. È pieno di incongruenze, dall’inizio alla fine. Come mai Atene manda ogni anno 14 ragazzi per sfamare un Minotauro intrappolato in un labirinto? Voglio dire, se il Minotauro è intrappolato è intrappolato. È molto più probabile che quelle giovani offerte fossero volute dallo stesso Minosse, interessato a spaventare Atene con la richiesta di un sacrificio. Questa teoria sembra inoltre trovare una riprova nelle tradizioni scritte che ci sono arrivate sulla civiltà minoica, secondo cui il regnante usava indossare una maschera da toro durante i rituali religiosi, appunto. E poi da quando i tori mangiano carne umana? Mi sembra un’idea un po’ kitsch, come minimo.

Oltre a questo, un pensiero ha attraversato la mia mente. E se Arianna non fosse innamorata del giovane Teseo, un blando eroe greco, ma del suo fratellastro, emblema della sessualità ferina e dell’innocenza animale? Questo non sarebbe in contraddizione con la linea familiare, visto che la madre ha tradito il marito con un toro e la nonna è scappata dall’oriente in groppa ad uno di questi. Oltre a rivelarci un’Arianna molto più affascinante, appassionata ed incline alla trasgressione.

Mentre incorrevo in queste riflessioni mi è successo di leggere un libro: I re. In questo testo Julio Cortàzar esplora esattamente questa possibilità e trae una stupefacente conclusione: Arianna ha dato il filo a Teseo sperando che il Minotauro lo avrebbe ucciso, e che questo avrebbe così utilizzato il filo per uscire dal labirinto e ricongiungersi a lei. Quando però Teseo racconta al mostro di come Arianna lo ha aiutato, quest’ultimo sentenzia “fuori dal labirinto, solo altri labirinti” e chiede all’eroe di ucciderlo. Ispirato da questo testo, ho pensato di sviluppare un mito contemporaneo, in cui lo storto e lo sbagliato muovono la loro rivoluzione verso il potere. Sconfitti, sì, ma pur sempre padroni del loro destino e intensi conoscitori dell’amore per il diverso. Minosse e Teseo si spartiranno le vittorie ma saranno sempre esclusi dalla scoperta dell’altro, confinati come sono nell’attaccamento alla proprietà e a sé stessi.

Linee di drammaturgia

La consonanza fra il nome di Minosse e quello del mostro lascia intendere la probabile origine del mito: raccontare l’ombra impronunciabile del potere. Teseo è un personaggio che parla di potere, che racconta il potere. Arriva a Creta per concludere l’egemonia cretese, dire a Minosse che questa storia dei sacrifici non può continuare, che la cultura sta cambiando. Minosse acconsente e lascia che Teseo uccida il mostro, in cambio di un accordo fra le due civiltà. Se si riflette sul mito risulta evidente come il Minotauro sia stato strumentalizzato: anche Teseo ha bisogno del mostro, come potrebbe altrimenti diventare un eroe? Tornare ad Atene ed essere riconosciuto come guida luminosa, senza aver prima sconfitto l’oscurità?

Il labirinto ha a che fare col sacro, l’antico, il pre-sociale, protegge dal doversi posizionare o scegliere. Secondo la lettura junghiana, è una sorta di utero buio e tondo, una dimensione accogliente che coccola e confonde. Teseo deve immergersi là dentro per nascere ancora e sconfiggere l’archetipo della madre divorante per avere una compagna scelta. Il filo è, in questo senso, un vero e proprio cordone ombelicale. Verso la fine del Teseo di André Gide, il protagonista rivendica come gli eventi della sua vita gli hanno permesso di fondare una cultura in cui l’educazione è gratuita, i governanti vengono scelti in base al merito e i ricchi vengono tassati. Fino a questo punto del musical abbiamo proposto degli schieramenti netti, in cui il bene e il male sono rappresentati in modo riconoscibile, anche se non canonico. Una versione ribaltata del mito, dove l’amore incestuoso fra il mostro e sua sorella si oppone al potere repressivo dei re. La realtà è più complessa di così: la mossa di Teseo è sinceramente orientata a superare la superstizione in nome della ragione e fondante di una nuova civiltà democratica. Teseo è un’energia maschile liberante e adulta.
Al tempo stesso crediamo che sia necessario riavvicinarci a questa origine dedalica. Al buio, alla notte, al dubbio: elementi mostruosi che sono stati tagliati fuori dalla nostra cultura così satura, ormai, di luce.

Vogliamo contraddire I re di Cortàzar su un ultimo punto: Arianna ama anche Teseo e non sa scegliere. Come potrebbe non amare lo straniero che vuole portarla via da quell’isolamento? E come potrebbe smettere di amare il fratello pazzo, unico custode delle ombre di una famiglia così piena di irrisolti, caduti tutti su di lui? Quando Arianna vede uscire Teseo invece di Asterione decide che a Naxos, alla prima sosta, sarebbe rimasta. Si pianta in Nasso. Un po’ per senso di colpa, un po’ perché capisce che c’era un terzo vertice in questo dualismo apparente: sé stessa. Per la prima volta Arianna si sceglie e, nell’isola a metà strada fra Creta e Atene, trova il suo personale luogo d’appartenenza. Che sia questa scelta l’inizio di un’altra Storia che non conosciamo? Una Storia che non riguarda uomini potenti e donne rapite? Non è lì che si ferma Dioniso con il suo carro in festa?

BIO di Giovanni Onorato, Susanna Re, Claudio Molinari, Andrea Veneri, Noemi Piva

Giovanni Onorato è nato a Roma nel 1995, approfondisce il teatro fuori dalle accademie. Frequenta per 3 anni il laboratorio performativo di Adriano Mainolfi. Nel 2016 si trasferisce a Berlino e studia danza contemporanea presso il Tanzfabrik Berlin. Tornato a Roma lavora con Dante Antonelli, Filippo Timi e la compagnia Fettarappa/Guerrieri. Nel 2022 debutta il suo primo lavoro, “Suck my Iperuranio”. Il suo secondo progetto “A.L.D.E. non ho mai voluto essere qui” è stato finalista al bando Biennale College, ha vinto la menzione speciale del premio “tuttoteatro.com” Dante Cappelletti e il premio delle giurie DirectionUnder30, per poi debuttare al RomaEuropa Festival 2023. È stato coinvolto dalle compagnie Deflorian/Tagliarini e Muta Imago a far parte del progetto “Index”, con cui ha messo in scena una performance site-specific di fronte a stazione Termini. Sempre con i Muta Imago entra nel cast di Ashes, spettacolo vincitore del premio Ubu al miglior progetto sonoro. Studia filosofia. Ha lavorato come cameriere, fornaio, detective e autista.

Susanna Re è attrice diplomata presso l’Accademia del Teatro Stabile del Veneto. Segue diversi laboratori con compagnie come Teatro Valdoca, Señor Serrano e Ksenjia Martinovic. Dall’intersezione delle sue vocazioni, canto, composizione, improvvisazione e teatro, apporta il suo contributo a prime collaborazioni con registe come Irina Brook e Lucia Calamaro. Approfondisce la pratica del movimento seguendo e partecipando al lavoro di danzatrici come Marta Ciappina e Laura Moro. Si specializza attraverso il percorso di alta formazione dal Teatro delle Albe Malagola. Compie differenti formazioni in ambito di teatro sociale con Gabriele Vacis e il collettivo Permakulture; organizza laboratori presso il progetto Family Coaching di Viadana ed è conduttrice ed organizzatrice del Campo Estivo artistico e teatrale presso la Fondazione Le Costantine in provincia di Lecce.

Claudio Molinari è attore, musicista e performer. Dal 2016, viaggia per l’Europa suonando la chitarra per strada. Tornato a Roma, è tra gli attori principali della compagnia “Teatro Mobile”, acquisendo sul campo dimestichezza e confidenza con i grandi classici del teatro. Nel 2020, fonda e dirige il collettivo artistico Dimensione Brama, del quale è autore e performer. Il collettivo è un laboratorio ibrido in cui sperimenta la scrittura e la regia, nonché la performance di strada e l’improvvisazione. Il collettivo riceve presto critiche entusiaste e si esibisce, tra gli altri, all’Auditorium Parco della Musica, al Tempio del Futuro Perduto, a Spaziomensa, alla Galleria d’Arte Moderna GAM, all’Alcazar. Nel 2024 vince il bando teatrale “odiolestate” di Carrozzerie n.o.t con il progetto “Rockstar”. Con grande sorpresa, il collettivo passa tutte le selezioni del programma televisivo “X- Factor”, diventando uno dei 12 concorrenti ufficiali.

Andrea Veneri è nato a Roma il 7 gennaio 1994, inizia gli studi musicali all’età di 8 anni con il pianoforte. Nel 2014 intraprende il percorso accademico di Musica Elettronica al Conservatorio Ottorino Respighi di Latina, laureandosi con 110 e lode nel 2020. Ha studiato Sonology al Royal Conservatoire of The Hague come studente Erasmus. L’attenzione per le arti performative, la composizione, il sound design lo porta a lavorare nel campo della musica elettronica dal 2014 con maggiore interesse per il settore della musica applicata al teatro e alla danza. Attraverso la programmazione in Max MSP realizza sistemi di interazione fra le diverse arti. Lavora, fra gli altri, con la compagnia Teatro delle Albe per il progetto, vincitore del premio Ubu, “Inferno”. Dal 2023 è socio di Nuova Consonanza e fa parte del collettivo Eison Studio. È inoltre cofondatore del collettivo di musica e danza “Sonicomoto”. Attualmente è Docente di Informatica Musicale e Composizione Elettroacustica al Conservatorio G.Verdi di Ravenna. Insegna Elettroacustica al Conservatorio di Pescara.

Noemi Piva è autrice, danzatrice e artista visiva, con un approccio che integra questi linguaggi. Attualmente è parte di diversi progetti e sta sviluppando lo spettacolo “settembre non arriverà mai (UMIDA)”, il suo terzo spettacolo, il suo primo solo. Dal 2018 collabora come danzatrice con artist* del panorama nazionale e internazionale. Nell’ultimo anno ha partecipato a performance e residenze artistiche in luoghi come Anghiari Dance Hub, Korper, Centrale Preneste, INteatro, Scenario Pubblico, Fondazione Pergolesi Spontini e altri. Negli ultimi anni ha vinto vari bandi di residenza, tra cui Collagene, KOMM TANZ, Alloggiando, Odiolestate, Attraversare il vuoto, Permutazioni e ResART, ed è stata ospite di spazi come Villa Nappi, S’ALA, Supercinema di Tuscania, NOD, etc. Ha presentato i suoi lavori in contesti quali Direction Under 30, Venice Open Stage, Dominio Pubblico, Paesaggi del Corpo, Fabbrica del Vapore, InCastro Festival, Polverigi Fest, Exposizioni, District Dance Festival, InsOrti, Spazio Giallo, Trasparenze Festival, Vuoti D’Aria, Flic*25, Corpo Mobile, MoveOff ’23, Radic’Arte, Dance Horizons e altri.

13 Ott 2025