Marta Dell’Angelo e Fiorenza Menni / Manuale della figura umana (prove), primavera-estate 2015
Manuale della figura umana. Allestimento di un impaginato
un progetto di Marta Dell’Angelo e Fiorenza Menni
promosso da Nosadella.due e Ateliersi
Manuale della figura umana. Allestimento di un impaginato è un’azione scenica che si costruisce attorno alla messa-in-opera di un impaginato tratto dal libro d’artista Manuale della figura umana realizzato da Marta Dell’Angelo nel 2007. È una messa-in-scena di una pagina. È una messa-in-elaborazione del tema della fruizione e della contemplazione. È una messa-in-condivisione di un tempo privilegiato e rubato. È una messa-in-tempo di un’opera d’arte: un’opera (teatrale) animata che si conclude con l’inizio dell’opera (d’arte) inanimata (installazione dell’impaginato sul muro).
La drammaturgia, a cura di Fiorenza Menni, indaga le dinamiche e i ritmi di ciò che precede l’opera e parte dall’analisi delle modalità e delle tecniche con cui Dell’Angelo solitamente compone. Il punto focale di questa scrittura scenica sta nella scomposizione delle dimensioni e dei ritmi proposti dalla realtà, nello sviluppo e nell’ulteriore affinamento dello sguardo diviso negli sguardi, per far sì che questa r-affinata scomposizione diventi una proposizione, un punto di vista, una nuova composizione.
Nell’opera/libro libro sono presenti parti testuali che funzionano come “immagini” accanto alle immagini stesse; una volta conclusa l’installazione, le parti testuali verranno sovrapposte attraverso un’interpretazione vocale, determinando il luogo/tempo della contemplazione. In questo ambiente sonoro sarà a discrezione di ogni singolo spettatore il tempo di permanenza, ognuno determinerà il tempo che ritiene necessario per la contemplazione dell’installazione.
“È stato molto interessante quando durante la prima sessione di lavoro entrambe ci siamo trovate ad avere immaginato che la disciplina artistica di riferimento dell’altra potesse essere un’opportunità di sviluppo per la propria. Come se dal confronto con la costruzione reale dell’opera d’arte visiva, l’azione teatrale potesse trovare un luogo dove sviluppare e proporre interpretazioni più aderenti alle azioni del reale. E come se l’installazione dell’opera, riferendosi ad una successione d’azioni definite attraverso una drammaturgia, potesse liberarsi dalla modalità di fruizione propria dei musei o delle gallerie. Una tensione verso l’interdisciplinarietà sentita come necessaria per la vivificazione dei rispettivi campi d’azione (M. Dell’Angelo, F. Menni)”.