LUCIA PALLADINO / correspondances_I discovered loving means going back to repetition @Artists in ResidenSì 2022
Durante la residenza al Sì, svoltasi tra febbraio e marzo 2022, Lucia Palladino ha lavorato sul progetto correspondances_I discovered loving means going back to repetition, presentato al pubblico il 16 marzo 2022. Inoltre, nell’ambito della residenza è stata organizzata il 12 marzo la camminata collettiva del titolo Camminare come pratica artistica di resistenza.
correspondances_I discovered loving means going back to repetition
esito performativo della residenza artistica
con Lucia Palladino e Flavia Passigli“Il progetto di ricerca Correspondances sviluppa una serie di mondi e linguaggi che corrispondono in modo del tutto simile simile ma diverso a ciò che conosciamo come Reale. Sono scritture brevi che emergono da pratiche legate al camminare. Le chiamo short fictional ontologies. In questo momento tutto ci fa pensare che le possibilità di relazione nel mondo si siano assottigliate. Abbiamo bisogno di tecniche per generare altri mondi/modi per fare esperienza di ciò che chiamiamo realtà” (L.P.).
Camminare come pratica artistica di resistenza
camminata
con Lucia Palladino“Camminare come pratica artistica è per me una forma di resistenza alla definizione dei corpi in relazione al paesaggio in cui transitano e in cui sono immersi, che mi consente di ridiscutere le proprietà e identità dei corpi stessi a partire dall’incontro con l’altro. Il principio fondamentale di questa pratica è la ripetizione: un piede dietro all’altro, una riduzione minima ma sufficiente per osservare la complessità del reale. Inserisco piccole variabili e studio” (L.P).
La residenza artistica di Lucia Palladino è stata accompagnata dal doppio sguardo di Irene Adorni e Silvia Calderoni /curatrici del Collettivo d’arte partecipata PARSEC. In seguito alla residenza, Adorni e Calderoni hanno curato la testimonianza Danza per più di uno, pubblicata sul sito di PARSEC il 13 ottobre 2022.
Bio di Lucia Palladini
Lucia Palladino è un’artista e ricercatrice indipendente nell’ambito delle arti performative che vive tra Bologna e Bruxelles. Combina e informa la sua pratica artistica con la maternità dai suoi 23 anni. Il suo lavoro è incentrato sull’incontro con l’altro per ridiscutere i concetti di identità e proprietà. Produce performances site-specific e di lunga durata, dispositivi performativi sotto forma di giochi, video sperimentali e scrive (Errare/Wandering Art Biennial 2020/Brussels). L’insieme delle pratiche di ricerca che sviluppa costituiscono ciò che chiama Attivismo Contemplativo. L’Attivismo Contemplativo sviluppa pratiche decolonizzatrici e anti-capitalistiche per i corpi in relazione al paesaggio in cui sono immersi e in cui transitano. L’Attivismo Contemplativo è una forma di resistenza alle istituzioni (corpo/linguaggio) e uno strumento di critica istituzionale. Dal 2016 porta avanti la Nomadic School of Wanderings, una serie di workshop attraverso i quali condividere gli strumenti dell’Attivismo Contemplativo fra l’Italia, la Catalunya e il Belgio. Ha lavorato come coreografa, performer e pedagoga per Teatro Valdoca dal 2011 al 2019.