ARMANDE SONO IO!
Si può anche vivere a due dita da terra
Armande, Les Femmes Savantes di Molière
La preziosità è uno sforzo verso la distinzione
da un appunto di Carla Lonzi
Armande sono io! costituisce la prima creazione di un dittico che Ateliersi dedica a Carla Lonzi, e verrà seguito nel 2026 dalla creazione di Taci, anzi parla, tratto dagli ampi diari dell’autrice. Due opere attraverso cui Ateliersi compone un’autobiografia di quegli anni dove il personale si fa davvero politico: la vita di una singola donna, fatta di sogni, poesie, riflessioni impietose sui propri rapporti, desideri e conflitti, risuona con la vita di tante altre donne e si fa specchio di un’intera società che appare intorno a lei.
Lo spettacolo Armande sono io! parte dall’ultima ricerca di Carla Lonzi – interrotta dalla sua morte precoce – sul movimento delle Preziose, sviluppatosi in Francia a metà del XVII secolo. Il volume omonimo viene pubblicato dieci anni dopo la sua scomparsa e contiene i materiali della ricerca svolta tra Roma, Parigi e Milano, che Lonzi individuava come un ulteriore capitolo della costruzione del femminismo: tre testi in cui riconosce nell’esperienza delle Preziose un punto di riferimento centrale per il movimento delle donne, la trascrizione di un suo lungo dialogo con Anna Piva del 1981 e gli appunti dei taccuini riempiti durante il lavoro in biblioteca, a stretto contatto con le fonti dirette.
Pur essendo un incompiuto, Armande sono io! viene considerato oggi come l’opera conclusiva del pensiero di Carla Lonzi. Convinta che il teatro rifletta situazioni reali, l’autrice ricerca nell’esperienza scenica quella determinata tipologia di relazione che vede manifestarsi nelle sue esperienze dirette quando “non si vogliono concedere determinati privilegi all’uomo”.
Inizialmente cerca nelle trame delle tragedie classiche, ma è nella lettura delle pièces Les Précieuses ridicules e Les Femmes Savantes di Molière che vede rappresentata la condizione che sta indagando. In Molière riconosce la sensibilità che gli permette di restituire in scena i contributi della vita vissuta ed è in queste opere che incontra l’esperienza delle Preziose, che però vede ridicolizzata dal commediografo.
“Ecco che mi sono trovata sulla pista delle Preziose – scrive – con cui ho scoperto di avere in comune due dati importantissimi: la rivendicazione di un proprio erotismo e l’autoinvestitura del giudizio. […] Queste donne tenevano a un linguaggio originale e ricercato, con proposte che volevano avvicinare lo scritto al parlato. […] Mi hanno fatto pensare all’autocoscienza, una moltitudine di coincidenze mi ha sbalordita, sento miei molti aspetti, molti tratti, penso al senso del gruppo come portatore di una nuova cultura determinata dall’apporto femminile.”
Nel processo creativo, per restituire la qualità della ricerca e del pensiero di Lonzi viene esplorata la compresenza in scena di un’attrice e una studiosa-scrittrice, arrivando a comporre lo spettacolo come un intreccio degli elementi essenziali: alcuni passaggi centrali delle opere di Molière e la trasposizione teatrale delle riflessioni di Lonzi sulle Preziose e sulle loro analogie con il femminismo.
Crediti
Di: Carla Lonzi
Ideazione e regia: Fiorenza Menni
Drammaturgia: Sara De Simone, Caterina Venturini, Fiorenza Menni
Consulenza storica: Lorenza Moretti
Con: Fiorenza Menni e Sara De Simone/Caterina Venturini (in alternanza)
Creazione musicale: Vincenzo Scorza
Realizzazione costume di Armande: Umberta Burroni
Co-direzione artistica: Andrea Mochi Sismondi
Comunicazione e promozione: Tihana Maravic
Amministrazione: Greta Fuzzi
Direzione tecnica: Giovanni Brunetto e Vincenzo Scorza
Grazie a: Battista Lena e Fondazione Lelio e Lisli Basso Onlus-Fondo Carla Lonzi
Una produzione: Ateliersi
In coproduzione con: Festival dell’Eccellenza al Femminile
In collaborazione con: Festival della Violenza Illustrata
Con il sostegno di: Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna
Bio
Sara De Simone si è dottorata in Letterature comparate alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha tradotto con Nadia Fusini il carteggio tra Virginia Woolf e Vita Sackville-West (Scrivi sempre a mezzanotte, Feltrinelli 2023). Ha curato La vita della vita. Diari di Katherine Mansfield (Donzelli 2023) e l’introduzione alle poesie di Emily Dickinson (Einaudi Tascabili, 2023). È autrice di Nessuna come lei. Katherine Mansfield e Virginia Woolf: storia di un’amicizia (Neri Pozza, Premio Rapallo Saggistica 2023); L’atto sospeso. Azione e inazione dell’eroe dall’«Iliade» a Virginia Woolf (Viella 2024); Una tranquilla vita da vulcano. Una storia di Emily Dickinson (Solferino, 2025). Collabora con il manifesto e Il Tascabile, ed è autrice di podcast su Rai Radio 3. È curatrice della sezione poesia di Inquiete Festival e direttrice artistica di Eccentriche Festival.
Fiorenza Menni è attrice e regista teatrale. Direttrice artistica di Ateliersi. La sua scrittura scenica è volta alla creazione di una drammaturgia originale, risultato di una costante ricerca contenutistica e formale sulla base di studi filosofici e riflessioni nel campo dell’arte. Conduce regolarmente percorsi di formazione sul lavoro attoriale, presso teatri, accademie e università in Italia e all’estero. Insignita nel 2007 del premio Eleonora Duse come migliore attrice emergente, Fiorenza è interprete, regista e curatrice del suono di tutti gli spettacoli di Ateliersi. Nel 2019 ha curato la regia de La Mappa del cuore di Lea Melandri, spettacolo composto attorno alla scrittrice e attivista Lea Melandri, e nel 2022 ha diretto lo spettacolo Nell’impero delle misure, ispirato alla vita e alle opere della poeta russa Marina Cvetaeva.
Lorenza Moretti è dottoranda in Storia contemporanea presso “La Sapienza” Università di Roma, dove porta avanti una ricerca sulla storia dell’ecofemminismo in Italia. Nel marzo 2022 si è laureata in Filosofia presso lo stesso Ateneo, con una tesi su Carla Lonzi: per tale lavoro ha ricevuto l’Attestazione di merito per la Quinta Edizione (2022) del Premio di studio intitolato a Elena Lucrezia Cornaro Piscopia dall’Università degli studi di Padova. Nel 2024 è stata Visiting researcher presso il gruppo di ricerca di Gender Studies dell’Institute for Cultural Inquiry dell’Università di Utrecht e nel 2025 è stata Visiting graduate student presso il Dipartimento di Italian Studies della New York University.
Caterina Venturini, è scrittrice e sceneggiatrice. Ha pubblicato il saggio Il vostro silenzio non vi proteggerà. Una storia di Audre Lorde (Solferino, 2025); i romanzi QUCHI. Quello che ho ingoiato (E/O 2022), L’anno breve (Rizzoli 2016) e Le tue stelle sono nane (Fazi 2009); saggi di critica letteraria su rivista (Quaderni del 900, Nuovi Argomenti, Avanguardia, ecc.), articoli e racconti. È stata sceneggiatrice, tra gli altri, del film Anni felici di Daniele Luchetti (2013), sceneggiatura candidata al Nastro D’argento).
Vincenzo Scorza è un poliedrico scultore del suono, nonché tecnico dello spettacolo dal vivo, attivo fin dai primi anni zero. Dal 2017 si dedica con crescente interesse all’esplorazione dei sistemi modulari, che oggi costituiscono il cuore tecnologico delle sue creazioni sonore. In generale, il suo lavoro artistico indaga i limiti dell’autonomia delle macchine, cercando e creando un dialogo armonico – o volutamente dissonante – tra umano e tecnologico, con grande attenzione all’aspetto funzionale del suono. Collaboratore di Ateliersi dal 2012, ha curato numerosi progetti sonori, in solo o insieme a Fiorenza Menni, tra cui: Isola e sogna, In your face (finalista Premio Ubu 2018), Soli, [gæp] Cos’è un GAP? Dialogo ludico sulla Liberazione, La mappa del cuore di Lea Melandri, Gypsy Lady 1646, Nell’impero delle misure, Il linguaggio degli oggetti, We did it!.
Ateliersi Riconosciuto per una scrittura scenica che trasfigura i dati del reale attraverso la loro ricomposizione poetica e musicale, Ateliersi opera nell’ambito delle arti performative e teatrali occupandosi di creazione artistica e della cura della programmazione culturale dell’Atelier Sì a Bologna. La creazione artistica di Ateliersi si compone di opere teatrali con drammaturgia originale e interventi artistici in cui il gesto performativo entra in dialogo organico con l’antropologia, la letteratura, la produzione musicale e le arti visive per favorire una comunicazione del pensiero capace di intercettare inquietudini e prospettive che coagulino senso intorno ai sovvertimenti che si manifestano nel mondo. Un approccio antropologico all’arte caratterizzato da un’attrazione per l’alterità, dalla predilezione per l’evoluzione culturale come oggetto di studio, dallo sviluppo della dimensione contestuale e dalla sperimentazione di pratiche interdisciplinari.