DIADE / Ave Medea (teatro), 24.10.2025

Posted by T1h4Na_1976 in ARTICOLI HOMEPAGE, Programma 2025/26


venerdì 24 ottobre, alle 19.30
biglietto 10€-12€*
DIADE
Ave Medea
@Artists in ResidenSì
apertura della residenza artistica
durata: 75 minuti

Lo spettacolo si apre con uno squarcio. Il cadavere è nella stanza. Il pubblico non può ignorarlo. Le parole di Medea guidano il nostro sguardo, uno sguardo pornografico, da peep-show, quello con cui osserviamo assuefatti e imperturbabili le rovine del mondo che ci circonda. La desolazione interiore e la devastazione che Medea ci mostra non può che condurci verso la periferia della narrazione e la costruzione di un grande paesaggio poetico il cui sfondo è Medea stessa: il suo dramma, l’atto tragico, è archetipo della condizione umana.
Ave Medea è una preghiera generativa, collettiva e poetica. È un dispositivo scenico che dissolve i confini tra teatro, musica, poesia e installazione performativa. È un paesaggio.

Tratto da Riva abbandonata Materiale per Medea Paesaggio con Argonauti di Heiner Müller / ideazione Diade / regia Federica Amatuccio / musiche e progetto sonoro Andrea Gianessi / scena, luci e costumi Federica Amatuccio / ricerca drammaturgica Federica Amatuccio, Andrea Gianessi, Eugenia Galli, Emiliano Albor Boscato / con Eugenia Galli, Emiliano Albor Boscato / spettacolo finalista a Biennale College Registi Under 35, La Biennale Teatro di Venezia, 2024.
Con il sostegno di Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale”, Ateliersi – Artists in ResidenSì, DAS – Dispositivo arti Sperimentali.

La residenza artistica di Diade è accompagnata dallo sguardo di Lucia Amara.

a seguire
Un brandello di Shakespeare nel paradiso dei batteri
incontro con Federica Amatuccio, Andrea Gianessi, Eugenia Galli e Emiliano Albor Boscato
a cura di Lucia Amara

Un paesaggio desolato si stende lungo la trilogia che Heiner Müller dedica al mito di Medea, come su una spiaggia dopo l’arrivo di un’onda alta che ritirandosi ha lasciato in riva rifiuti di ogni genere. Si riconoscono brandelli di una tragedia, forse di uno spettacolo andato in scena millenni fa. Tra gli scarti incede Medea. È l’unica superstite di un naufragio? Da qui sembra prendere avvio Ave Medea di Diade, la cui struttura scenica sarà al centro dell’incontro, coordinato da Lucia Amara in dialogo le artisti e gli artisti. Il pubblico sarà invitato a intervenire per creare insieme una tessitura di comuni riflessioni.

Note di regia

La scena è uno spazio spoglio, brutale e al tempo stesso solenne. È la camera del segreto, la stanza della tragedia. Una selva di sessanta aste microfoniche nere compone un volume architettonico, un’installazione scultorea mutante. Linee spezzate, vuoti, tensione verso l’alto, come a cercare la luce o l’aria. Profondità, riflessi, durezza simile ad armi, fucili o lance. Barricate, puntelli contro le rovine di una landa desolata. Sono aste senza microfono: una funzione interrotta, surreale, una possibilità in attesa. Esprimono una moltitudine di voci potenziali, inascoltate. Densità di folla, ma anche solitudine. Uno spazio pieno che suggerisce un silenzio, un vuoto, in qualche modo un luogo sacrale: le rovine di un tempio o un cimitero, un teatro misterico. Sullo sfondo, uno spiraglio di luce ci fa intuire l’esterno, ciò che è al di là. Siamo sulla soglia.

Lə performer qui non interpretano un personaggio, non sono Medea o Giasone, non sono nemmeno dei narratori, sono se stessə, voce e corpo dell’umanità: sono un io collettivo che attraverso le parole e le azioni incarna il mondo poetico di Müller. Riva abbandonata Materiale per Medea Paesaggio con Argonauti di Heiner Müller non è soltanto un testo teatrale, in primo luogo è un testo poetico che trova la sua forza nella scelta, nel ritmo e nella sonorità delle parole. Ritmo e sonorità paragonabili alla musica. Trattiamo le parole di Müller proprio come fossero delle cellule musicali e scaviamo in esse fino al raggiungimento di un senso più profondo, quello che non risiede nel significato letterale ma se ne allontana, anzi, per lasciare spazio al suono. È un approccio generativo che sfrutta le possibilità combinatorie, le ripetizioni, gli accenti, la ritmica interna del verso per comporre un tessuto sonoro, un meccanismo che si evolve dando vita a un paesaggio composto di voci.

BIO di Diade

La Diade rappresenta la molteplicità e l’indeterminatezza. É il principio di diversità e caos, da cui derivano le differenze e il divenire nel mondo sensibile. La Diade è l’accordo di due suoni, il principio che genera la varietà e la complessità delle cose.
La Diade è composta dalla regista e scenografa Federica Amatuccio e dal compositore e sound designer Andrea Gianessi. Concentra la sua ricerca sulla stretta interazione tra teatro, danza, azione fisica, spazio, musica e suono. Sperimenta nel teatro le relazioni possibili tra l’individuo e l’altro da sé, il confronto perpetuo con la comunità, la natura, il potere, le istituzioni, la massa, lo spazio- tempo. Conduce una continua ricerca nel reale, ne esplora i dispositivi e le inevitabili contraddizioni.
La Diade nasce nel 2025 come evoluzione necessaria del tsd – teatro dei servi disobbedienti.

BIO di Lucia Amara

Lucia Amara insegna Lettere a Bologna e conduce una ricerca presso il Dipartimento di Storia delle Religioni alla Sapienza di Roma su mistica e linguaggio. Si è laureata in Lettere Classiche a Firenze con una tesi sulla democrazia antica e poi al DAMS all’Università di Bologna, dove ha svolto il dottorato in collaborazione con Paris VII nel Dipartimento di Semiologia diretto da Julia Kristeva. Tra il 2016 e il 2017 ha svolto un programma post-dottorale a l’EHESS a Parigi con la direzione di Georges Didi-Huberman, sviluppando una ricerca sui viaggi messicani di Aby Warburg e Antonin Artaud; e nel 2017-18 una ricerca sugli “archivi della voce”, presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Tra il 2018 e il 2019 ha insegnato  INTERACT PERFORMANCE presso la Libera Università di Bolzano.
Ha scritto saggi su Artaud, De Certeau, Wolfson, Deligny, Starobinski. Tra le pubblicazioni: Teatro Infantile. L’arte scenica davanti agli occhi di un bambino con Chiara Guidi (Sossella Editore 2019)); e Utopie Vocali (Mimesis 2015). Ha insegnato Teoria e Pratica della Performance alla Libera Università di Bolzano. Collabora con diversi artisti tra cui Kinkaleri, Cristina Rizzo, Chiara Guidi. Insegna nella scuola Conìa, diretta da Claudia Castellucci a Cesena. Ha curato l’edizione italiana dei Cahiers di Artaud, Questo corpo è un uomo, per la casa editrice Neri Pozza nella collana Quarta Prosa diretta da Giorgio Agamben.
In qualità di «critic-observer» e «active resercher» collabora con il network XING.

*INFO & BIGLIETTERIA

Biglietto intero: 12€
Biglietto Ridotto 10€: student_, Under 30, Card Cultura, dipendenti Comune di Bologna
I biglietti possono essere acquistati online su vivaticket oppure in biglietteria dell’Atelier Sì da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

 

 

 

 

25 Sep 2025